Su quel vetro sigillato nei sospiri degli amanti, mentre il treno ripartiva, con un bacio ci ho soffiato un gran fiore di brillanti, tanti sogni per la diva. Mia Irene, i tuoi occhi son ninfee sul mio cuore arroccato nel bastione dei tuoi ricci; pace sfiocchi alle labbra dal tremore come il filo d'aquilone. Con un fischio ti ho lasciata, traversine per lancette, ogni sguardo ha scoccato la sua fine, ma sfiorata, sei comparsa tra perfette morbidezze, senza fiato. Umberto F. M. Cefalà 17/07/12
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