Fuori dalla finestra vedo la natura che ravviva l'uomo: le opere di gelido cristallo nei riflessi di vita. Così questi muri saranno corteccia, mi affaccerò su un terrazzo di rami e il sole farà crescere più solide fondamenta. Finquando a tastare, cercando l'oltre, Pareti rugose non riconosco A appagarmi una parola, lontano Sarò dal mio vero, dalla mia pace. La voce un interno soffoca in gola E un gusto ramingo stride. Durante. Lo sguardo allora è come in un assòlo Del sé, impastato di cemento e vento. Ora, parola nuova, è naufragare Nei dì del legiferare umanato, In un verde che si vuole donato E tale, come si suole, cantato. Desideri sognanti, mi desta la scoppiettante apparenza di auto che non viaggiano e telefoni che non chiamano... Ricordo, l'inutile è un rogo, si propaga felice sulle secche culture. AUTORI: Angelo Baiunco e Umberto F. M. Cefalà
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