È nella valle e sui ghiacci, la notte, che arriva in una rena alta di stelle e accende quelle lanterne più ghiotte nella foresta al caldo di fiammelle. Tu sei là oltre i monti, oltre casotte di campagna, col filo delle celle e le mie ali dal Dedalo tradotte. Non viaggerò ancor lontano, ribelle, come uno scalatore di calotte polari con un pugno di cordelle, senza più il calpestìo delle gambotte tue intonate ai miei passi e belle. Il tempo, che ci duole, ha sedotte le interminabili sue damigelle. Umberto F. M. Cefalà - dedicata a Irene -
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