Poesia – Civiltà Egizia | Analisi e commento
di Umberto F. M. Cefalà
Le origini della civiltà egizia
Lungo le fertili rive del Nilo nacque una delle più straordinarie civiltà della storia: la civiltà egizia. Essa prosperò per oltre duemila anni, attraversando quattro grandi periodi storici: il Regno Antico (3000–2040 a.C.), il Regno Medio (2040–1540 a.C.), il Regno Nuovo (1540–1070 a.C.) e l’Età Tarda (1070–343 a.C.).
Le sue origini si legano alla gestione delle acque del Nilo e alle opere di irrigazione, che favorirono la nascita di un’organizzazione sociale complessa e di un’autorità centrale. La civiltà egizia si articolò in due regioni principali: l’Alto Egitto, nella parte meridionale, e il Basso Egitto, situato nel delta del Nilo, unificati sotto un unico sovrano.
Il Museo Egizio di Torino
Il Museo Egizio di Torino è il più antico e importante museo al mondo dedicato alla civiltà egizia, secondo solo al Museo del Cairo. Le sue collezioni comprendono i reperti raccolti da Bernardino Drovetti nell’Ottocento, quelli di Casa Savoia e le scoperte del celebre egittologo Ernesto Schiaparelli.
Nel 2013 è entrato nella classifica dei 50 migliori musei del mondo stilata da “The Times”, e nel 2014 si è posizionato tra i primi dieci siti culturali più visitati d’Italia. Dopo il restauro del 2015, il museo si presenta con un percorso espositivo su quattro piani, arricchito da audioguide, allestimenti multimediali e un ordinamento cronologico e tematico moderno.
Poesia
di Rime Narrative
Eh, se da duemila e duemila anni ancora ci si vuol bene, il mio affetto potrebbe essere solo una copia di altri milioni, ma ora ti bacia, ora ti carezza nel passato futuro dell'esistenza. Umberto F. M. Cefalà
Analisi tecnica
Questa poesia, breve ma intensa, si compone di sei versi liberi dal tono meditativo e affettuoso. La struttura è fluida, priva di rime regolari, e segue il ritmo naturale del pensiero e del sentimento. L’autore gioca sul contrasto temporale tra “duemila e duemila anni” e il “presente dell’affetto”, creando un effetto di continuità tra passato e futuro.
Le figure retoriche più evidenti sono:
- Iperbole: “duemila e duemila anni” enfatizza la durata eterna dell’amore umano.
- Metafora: l’amore è presentato come un’eredità collettiva, una copia di altri milioni.
- Antitesi temporale: “passato futuro” sintetizza il superamento del tempo nell’eternità del sentimento.
- Allitterazione: i suoni dolci delle “a” e “e” conferiscono musicalità e dolcezza.
Temi e significato
Il tema principale è la permanenza dell’amore nel tempo. L’autore riflette sul legame affettivo come forza universale che attraversa le epoche, un sentimento che non appartiene solo all’individuo ma all’intera umanità.
L’amore, così concepito, diventa una memoria eterna, un filo che unisce i millenni, proprio come la civiltà egizia ha saputo lasciare tracce immortali di sé. La poesia suggerisce che, come i monumenti e le opere d’arte, anche l’amore resiste al tempo e si rinnova.
I reperti e la vita quotidiana
Il Museo Egizio di Torino conserva una vasta collezione di reperti che testimoniano la vita quotidiana degli antichi egizi: oggetti d’uso comune, abiti, utensili, cosmetici e prodotti alimentari. Questi elementi, apparentemente semplici, offrono un quadro dettagliato delle abitudini e della raffinatezza di questa civiltà.
Gli alimenti principali erano grano, farro, sesamo, aglio, fave, lenticchie, cipolle, fichi, datteri, melagrane e uva. Gli abiti variavano in base al ceto: gonnellini e sandali di cuoio per gli uomini, tuniche leggere per le donne, mentre i bambini spesso restavano nudi. Le donne facevano largo uso di oli, profumi e trucchi, anticipando pratiche estetiche ancora comuni oggi.
Commento e interpretazione
Umberto F. M. Cefalà riesce a stabilire un parallelo poetico tra la longevità della civiltà egizia e la durata dell’amore umano. Il tono è riflessivo ma intriso di calore, come se l’autore trovasse nell’amore la stessa forza che ha reso eterna una delle più grandi culture della storia.
La poesia, pur nella sua brevità, assume un valore universale: l’amore diventa memoria, continuità e rinascita, capace di collegare le ere e di sopravvivere al tempo, proprio come le statue e i geroglifici che ancora oggi raccontano la grandezza dell’Egitto antico.
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