Ogni anno, mese, giorno – Poesia sul FAI e l’autunno culturale
di Umberto F. M. Cefalà
Contesto: le Giornate FAI d’Autunno
La poesia “Ogni anno, mese, giorno” si inserisce nel contesto delle Giornate d’Autunno del FAI, evento annuale che apre gratuitamente al pubblico centinaia di luoghi di pregio storico, artistico e naturalistico normalmente inaccessibili. È una celebrazione della memoria, della cultura materiale e immateriale, e della partecipazione civica.
L’autore riflette poeticamente sull’autunno culturale, inteso non solo come stagione dell’anno, ma come metafora di un lento impoverimento spirituale che può essere contrastato solo dalla presenza attiva e consapevole. In questo contesto, il gioco di parole sul verbo “FAI” assume un significato programmatico.
Testo della poesia
Ogni anno, mese, giorno c'è un periodo d'autunno: è l'attività che si fa attesa nel consapevole declino. Un tempo che risecca e appassisce l'animo. Così finisce la cultura nel vento di solitudine. F.A.I. un autunno differente, scegli di essere presente. Umberto F. M. Cefalà
Analisi tecnica e commento
Forma e struttura
La poesia si articola in tre strofe libere prive di uno schema metrico fisso. Il tono è volutamente colloquiale e riflessivo. Non si tratta di un sonetto né di una forma tradizionale, ma di una composizione breve, diretta e intensa: un testo lirico minimale che utilizza la struttura ellittica e l’allusione come strumenti espressivi.
Temi e significati
Il testo gioca sull’ambivalenza della parola “autunno”, che da stagione naturale si trasforma in simbolo del declino culturale, dell’abbandono, della disattenzione collettiva. L’“attività che si fa attesa” indica l’inazione, la sospensione, il lasciare che le cose cadano in disuso. Questo processo è definito “consapevole”, denunciando una passività colpevole, non inconsapevole.
L’ultima strofa introduce un elemento di rottura: l’invocazione “F.A.I. un autunno differente” non è solo una sigla, ma un verbo imperativo. È un invito diretto a partecipare, a prendersi cura, a scegliere l’azione invece dell’attesa. Il verso finale “scegli di essere presente” è un’esortazione forte e chiara: la presenza fisica nei luoghi dell’arte è anche presenza spirituale e identitaria.
Stile e figure retoriche
- Metafora stagionale: l’autunno rappresenta la perdita di vitalità culturale.
 - Allitterazione: “periodo d'autunno… attività che si fa attesa” enfatizza la ciclicità e la lentezza dell’abbandono.
 - Personificazione: “appassisce l’animo” dà corpo alla sensazione di decadenza interiore.
 - Giochi linguistici: il verbo “FAI” è al contempo sigla e invito all’azione, con funzione performativa.
 - Parallelismo: “ogni anno, mese, giorno” rafforza l’idea di continuità temporale e responsabilità quotidiana.
 
Tono e funzione
Il tono è sobrio, educativo e civile. La poesia si rivolge a un pubblico ampio, con l’obiettivo di stimolare la riflessione sul rapporto tra cittadini e patrimonio culturale. La semplicità dello stile non tradisce la profondità del messaggio: solo attraverso la partecipazione si può evitare che “la cultura finisca nel vento”.
L’opera funziona anche come una poesia civile contemporanea: non predica, ma suggerisce; non denuncia, ma stimola all’azione attraverso la delicatezza del verso.