Il destino – Sonetto e analisi poetica
di Umberto F. M. Cefalà
Contesto: arte e spiritualità nella mostra di Asti
Presso il Museo Paleontologico e la Chiesa del Gesù di Asti è stata ospitata, fino al 17 giugno 2019, la mostra “Alla luce del destino” degli artisti Delta N.A.. L’evento, patrocinato da istituzioni locali e curato da Matteo Pingiori, si è svolto in uno spazio carico di storia e arte sacra.
Il tema del destino – centrale nella mostra – è declinato nella poesia di Umberto F. M. Cefalà in chiave esistenziale e spirituale. Il luogo stesso, una chiesa del XVI secolo che ospita l’affresco del “Paradiso” di Gian Carlo Aliberti, rafforza il legame tra arte visiva e riflessione interiore.
Testo della poesia
Il destino
Dai primi sogni fuggenti ci pensi come a scartare il regalo preteso e ti accorgi di scelte e sensi. È il destino a formarne il peso: vivere in balia di amori immensi senza temere un futuro conteso o trovare i successi più intensi nel possedere un materiale esteso. Volgono alla notte queste stelle, brillando nella fioca immensità, e nell'oscurità sono più belle. Così il destino è negli occhi e già riveste di speranza la tua pelle. È l'essenza del giorno, è realtà. Umberto F. M. Cefalà
Analisi tecnica e commento
Struttura e metrica
La poesia segue la forma classica del sonetto italiano, articolato in due quartine e due terzine. I versi sono endecasillabi, con ritmo regolare e una musicalità ben calibrata. Lo schema rimico è:
ABAB ABAB CDC DCD,
con variazioni lievi che non compromettono la coerenza metrica.
Temi e significati
Il tema centrale è il destino, visto non come forza cieca e predeterminata, ma come percorso che si svela nella consapevolezza. Il testo si apre con una riflessione intima: il “regalo preteso” rappresenta le illusioni o le aspettative iniziali della vita, che vengono rivalutate con la maturità.
L’autore si interroga sulle due strade esistenziali: lasciarsi trasportare da amori immensi, accettando l’incertezza, oppure perseguire successi materiali. Entrambe sono opzioni reali, ma non risolutive: il destino non è solo scelta, ma anche esperienza che plasma.
Le stelle che volgono alla notte sono un'immagine suggestiva della bellezza nell’oscurità, della visibilità solo nel buio, alludendo forse al valore delle difficoltà. Nelle terzine finali il destino è “negli occhi” e “sulla pelle”, incarnato cioè nella persona e nel suo presente. Non è astratto, è ciò che si vive.
Figure retoriche
- Metafora: “scartare il regalo preteso” indica l’abbandono di illusioni o false sicurezze.
- Antitesi: “amori immensi” vs. “materiale esteso” pone in contrasto spiritualità e materialismo.
- Similitudine: “come a scartare...” rende l’introspezione più accessibile, quotidiana.
- Enjambement: frequente in tutto il sonetto, spezza i versi e ne accentua la fluidità emotiva.
- Personificazione: il destino “riveste di speranza” e diventa agente attivo nella vita.
Stile e tono
Lo stile è meditativo e limpido, con un lessico accessibile ma ricco di suggestioni. L’assenza di orpelli linguistici lascia spazio alla riflessione, mentre le immagini rimandano a una visione esistenziale matura. Il tono è filosofico, ma non distaccato: coinvolge emotivamente, senza mai forzare.
La poesia non dà risposte definitive, ma restituisce l’impressione che il destino sia una costruzione interna, visibile attraverso lo sguardo e sensibile nella pelle. In questo, il messaggio è insieme personale e universale.