Poesia agli avi – Sonetto sul tempo della pandemia
di Umberto F. M. Cefalà
Contesto: pandemia e mutamento sociale
A partire dal gennaio 2020, con la diffusione del Covid-19, sono state imposte in Italia misure straordinarie per contenere il contagio: distanziamento sociale, limitazioni alla mobilità, sospensione di eventi pubblici e religiosi.
Queste norme si sono scontrate con il bisogno umano di contatto: giovani privati della socialità, lavoratori isolati, famiglie separate nei momenti più delicati. Sebbene necessarie, hanno profondamente trasformato il modo di vivere.
Le tecnologie digitali hanno permesso di mantenere una parvenza di connessione, ma non possono sostituire il valore della presenza. Anche in questo contesto, resta forte il richiamo alla fiducia nel futuro e alla memoria delle radici.
Testo della poesia
Poesia agli avi
A questa vita nel fragile mondo, così in salita da sembrar finita, rendiamo grazie nel senso profondo. Con l'ideale di un giorno fecondo, di forza uguale al tempo più attuale, non seguiremo un astro vagabondo. A noi che lo chiediamo, rispondo, siamo il passaggio del punto a ricamo, siamo l'edera sul muro di sfondo. Umberto F. M. Cefalà
Analisi tecnica e commento
Struttura e metrica
I versi sono prevalentemente endecasillabi, con alcuni lievi scarti che generano un ritmo più moderno e colloquiale.
Temi e contenuti
Il titolo, “Poesia agli avi”, suggerisce un dialogo con le generazioni passate, ma anche un richiamo alla continuità storica. In un tempo fragile e incerto come quello della pandemia, il poeta esprime gratitudine e resistenza.
L’incipit riconosce la difficoltà della condizione attuale (“vita nel fragile mondo”, “così in salita”), ma allo stesso tempo non cede al pessimismo. Si guarda alla speranza di un “giorno fecondo”, al valore della tenacia e della memoria.
Nella seconda parte, l’io lirico risponde idealmente a chi cerca risposte. L’umanità è descritta come parte di un ricamo (immagine del legame e della precisione) e come edera su un muro: fragile, ma aggrappata alla vita e capace di coprire le crepe con la sua crescita.
Figure retoriche
- Metafora: “astro vagabondo” come simbolo di una guida incerta o illusoria, da non seguire.
- Analogia: “passaggio del punto a ricamo” indica la partecipazione umana come gesto preciso e significativo nel disegno della storia.
- Simbolo naturale: l’edera è pianta resistente, tenace, legata al passato ma in crescita.
- Anastrofe: inversioni sintattiche (“Con l’ideale di un giorno fecondo...”) che elevano il tono e richiamano la lirica classica.
Stile e linguaggio
Il linguaggio è elevato ma essenziale, con uno stile limpido e privo di orpelli. Le immagini sono sobrie ma evocative, e il tono è insieme umile e solenne, perfettamente adatto al tema.
Non c'è retorica, ma una riflessione pacata sulla condizione umana e sulla capacità di resistere. Il sonetto diventa così un inno sommesso alla dignità delle persone comuni, che vivono tempi incerti ma non smettono di cercare un senso.