Alla nuova vita – Poesia sulla natalità e la speranza
Autore: Umberto F. M. Cefalà
Contesto demografico
L’Italia è tra le nazioni con il più basso tasso di natalità. Nel 2022 il numero medio di figli per donna è stato di circa 1,24, in calo rispetto al 1,46 del 2010. Tale livello non consente il ricambio generazionale necessario per mantenere stabile la popolazione.
Dal 2014 la popolazione italiana è diminuita di quasi due milioni di persone. Gli effetti di questa transizione demografica si faranno sentire su più fronti: economia, previdenza, scuola, sanità, e coesione sociale.
Il PIL potrà reggere solo con un forte apporto dell’innovazione tecnologica e della produttività individuale, mentre il sistema pensionistico sarà messo sotto pressione dalla carenza di contributi. In questo scenario, ogni nascita assume un valore strategico e simbolico, ed è giusto che venga sostenuta e valorizzata.
Testo della poesia
Alla nuova vita
La nascita saprà della tua vita e avrà il mondo com'è, decadente. L'eterea perfezione è sfuggita, ti lascia nell'arena irridente. All'inizio sarai più agguerrita, soddisferai le voglie abilmente e troverai lo scopo, la riuscita. Quella risulterà poi apparente. Sarai sempre in cerca e lontana, partendo dall'abbraccio più materno. Sotto l'amore giusto, che risana, tu, anima, mostrandoti all'esterno, darai alla polvere umana un piccolo assaggio di eterno. Umberto F. M. Cefalà
Analisi tecnica e commento
Metrica e struttura
La poesia si compone di due quartine e due terzine (costituendo un sonentto), tutte scritte in endecasillabi regolari. Lo schema di rime è alternato e incrociato, ABAB ABAB CDC DCD, con un effetto armonico e riflessivo.
La scelta del metro classico accostato a temi contemporanei contribuisce a nobilitare il soggetto della poesia, fondendo tradizione e attualità.
Figure retoriche
- Personificazione: La “nascita” che “saprà” della vita è investita di una coscienza quasi divina.
- Ossimoro: in “arena irridente” luogo di lotta ma anche di scherno.
- Metafora esistenziale: L’arena è la vita sociale moderna, cinica, inospitale.
- Enjambement: Il passaggio fluido da un verso all’altro rafforza l’idea di continuità e percorso.
- Chiasmo e climax: Nelle ultime due terzine si passa da un tono più terreno a uno metafisico, culminando in “un piccolo assaggio di eterno”.
Temi e significati
Il testo riflette sulla condizione dell’individuo che nasce oggi: la nascita è consapevole, immersa in un mondo “decadente”, dove la perfezione è sfuggita e la società assume i contorni di un’arena crudele e giudicante.
Nei versi centrali si sviluppa un’immagine dell’individuo che, pur affrontando con forza il mondo, si rende conto che il successo apparente non porta alla felicità. La ricerca di senso diventa perenne, in una tensione tra il bisogno di radici e la distanza da esse.
Il passaggio dalla madre (“l’abbraccio più materno”) all’amore adulto (“l’amore giusto, che risana”) segna una crescita esistenziale e affettiva. È qui che si apre lo spazio per la speranza: l’anima, mostrata all’esterno, riesce a donare “alla polvere umana / un piccolo assaggio di eterno”. È una visione spirituale, quasi mistica, dove la nascita è anche rinascita del senso.
Stile e linguaggio
Il registro è elevato ma accessibile, con un uso ponderato di immagini simboliche e di lessico emotivo. La voce poetica non è paternalistica: osserva la nuova vita con uno sguardo lucido ma non privo di affetto e attesa.
La chiusa, con il riferimento all’“eterno”, apre a una dimensione trascendente che contrasta con la precarietà del mondo materiale, suggerendo che anche in un contesto di decadenza, ogni nuova vita può essere portatrice di senso, bellezza e rinnovamento.