Poesia – Consapevole della percezione | Omaggio a M.C. Escher
di Umberto F. M. Cefalà
Contesto: Escher e l’arte dell’impossibile
Maurits Cornelis Escher (1898 – 1972) fu un incisore e grafico olandese celebre per le sue rappresentazioni di prospettive impossibili, infinite simmetrie e illusioni ottiche che uniscono arte e matematica. Le sue opere, come “Mani che disegnano” o “Salita e discesa”, esplorano i limiti della percezione e la relazione tra realtà e rappresentazione.
Escher non era un matematico, ma il suo linguaggio visivo ha affascinato generazioni di scienziati e filosofi, grazie all’uso di figure come il Triangolo di Penrose, il Cubo di Necker, l’Anello di Möbius e i Dischi di Poincaré. L’artista sfida le leggi della fisica e della logica, invitando l’osservatore a partecipare attivamente alla creazione di senso.
In questo spirito nasce la poesia “Consapevole della percezione” di Umberto F. M. Cefalà, un omaggio poetico a Escher e alla sua visione paradossale del mondo, dove realtà, soggetto e autore si riflettono in un ciclo infinito di consapevolezza e metamorfosi.
Testo della poesia
Consapevole della percezione
Consapevole della percezione: io, nell'osservare simmetrie, la realtà, nel distorcere prospettive, l'autore, nell'alterare la fisica; consapevole della percezione: la realtà, nell'osservare simmetrie, l'autore, nel distorcere prospettive, io, nell'alterare la fisica; consapevole della percezione: l'autore, nell'osservare simmetrie, io, nel distorcere prospettive, la realtà, nell'alterare la fisica; concentrando nel sogno il cadere dell'essenza. Umberto F. M. Cefalà
Analisi tecnica
La poesia si compone di tredici versi liberi, distribuiti in tre strofe principali seguite da un distico conclusivo. La struttura è volutamente circolare e speculare, richiamando la logica delle opere di Escher: ciò che si osserva si ripete, ma in un ordine ogni volta diverso.
Ogni quartina riprende la formula iniziale “consapevole della percezione” come un mantra poetico che introduce una variazione di ruoli tra tre soggetti: io, la realtà e l’autore. L’inversione progressiva delle posizioni crea un effetto di rotazione semantica, simile a una trasformazione geometrica.
Il ritmo è scandito da anafore e parallelismi, che generano una musicalità ipnotica, evocando il movimento perpetuo delle scale impossibili o delle superfici senza fine di Escher. La mancanza di rime accentua l’impressione di sospensione e di equilibrio instabile.
Le figure retoriche principali includono:
- Anafora: la ripetizione di “consapevole della percezione” scandisce la poesia come un ciclo mentale.
- Chiasmo e inversione: i ruoli di autore, realtà e io vengono continuamente scambiati, suggerendo l’idea di riflessione reciproca.
- Metafora: “alterare la fisica” e “concentrando nel sogno il cadere dell’essenza” esprimono il potere creativo dell’immaginazione.
- Isotopia percettiva: l’intero testo ruota attorno al tema della percezione come atto conoscitivo e creativo.
L’effetto complessivo è quello di un poema geometrico, in cui la parola assume il ruolo del segno grafico, e la ripetizione genera un senso di infinito controllato.
Temi e significato
Il tema principale è la consapevolezza della percezione come atto condiviso tra realtà, osservatore e autore. Nessuno dei tre domina l’altro: sono tutti parte dello stesso sistema riflessivo, in cui la percezione stessa crea la realtà.
L’alternanza dei ruoli allude alla relatività del punto di vista: ciò che si osserva dipende sempre da chi osserva e da come lo fa. Come nelle litografie di Escher, il confine tra soggetto e oggetto si dissolve, trasformando l’esperienza visiva in esperienza filosofica.
I versi finali — “concentrando nel sogno / il cadere dell’essenza” — sintetizzano il senso della poesia: la percezione e l’arte si uniscono nel sogno, dove la realtà si piega alla mente e l’essenza delle cose si lascia finalmente intuire, anche solo per un istante.
Commento e interpretazione
Con “Consapevole della percezione”, Umberto F. M. Cefalà crea una poesia che dialoga direttamente con l’opera di Escher, trasformando i suoi paradossi visivi in paradossi linguistici e concettuali. Il testo è un esperimento poetico di simmetria e inversione, dove la logica della forma si fa contenuto.
Ogni strofa rispecchia la precedente con variazioni minime, generando una spirale di senso che non ha né inizio né fine, come nelle scale infinite o nei piani intrecciati di Escher. L’autore diventa così parte del suo stesso oggetto, confondendo le categorie di osservatore e creatore.
La poesia si presta a una lettura filosofica: l’arte è vista come atto di conoscenza riflessiva, dove percepire equivale a creare. L’“io” poetico, la realtà e l’autore diventano tre facce dello stesso prisma, che riflettono l’un l’altra in un ciclo di consapevolezza senza soluzione di continuità.
In definitiva, “Consapevole della percezione” rappresenta un raffinato esercizio di equilibrio tra pensiero e forma, simmetria e vertigine, un omaggio poetico all’arte di Escher e alla complessità della mente umana che cerca di comprendere se stessa attraverso lo sguardo.