Sig. Internet – Poesia sulla rete e il suo impatto
di Umberto F. M. Cefalà
Contesto: educazione digitale e uso consapevole della rete
Questa poesia nasce in risposta alle riflessioni proposte dal progetto scolastico “Impara Digitale”, il cui obiettivo è l’introduzione del tablet come strumento didattico. Il testo poetico si interroga sull’ambivalenza dell’uso di Internet: da un lato potenziale fonte di conoscenza e crescita, dall’altro fonte di distrazione o contenuti dannosi per i giovani. L’autore adotta un tono critico ma mai dogmatico, volto a sensibilizzare sull’uso consapevole delle tecnologie digitali.
Testo della poesia
Sig. Internet Hey signor Internet, hai novità? ... vuoi mostrare i delitti mondiali. Dove ci metti i sogni senza età, li porti via con le foto immorali? Hey signor Internet, che si fa? ... sei immune ai fatti reali. Cosa darai come tue verità, non ti importa dei mondi attuali? Nei silenzi dei deboli c'è nascosto il pianto di quegli eroi. Nei sorrisi d'amore cos'è che brilla più della vita? E poi nei vuoti della coscienza di sé ci si domanda esitando di noi. Umberto F. M. Cefalà
Analisi tecnica e commento
Forma e metrica
La poesia è composta da due quartine e due terzine, in linea con la struttura del sonetto italiano, pur con una flessibilità moderna nel ritmo e nella misura dei versi. Lo schema metrico delle rime è regolare e segue una rima incrociata (ABAB CDCD EFE FEF), creando una fluidità musicale che alterna tensione e riflessione.
Toni e tematiche
Il tono della poesia è interrogativo e critico. L’autore si rivolge direttamente a “Signor Internet”, personificazione del web, con un tono quasi colloquiale, ma pervaso da inquietudine. Le domande poste non sono retoriche ma riflessive: si interroga sull’uso della rete come veicolo di contenuti violenti (“delitti mondiali”), pornografici (“foto immorali”) o disinformazione (“le tue verità”).
La seconda parte si sposta sul piano esistenziale: il silenzio degli “eroi” e i “sorrisi d’amore” diventano simboli della realtà che rischia di essere offuscata o trascurata nella vita online. I versi finali (“nei vuoti della coscienza di sé”) suggeriscono un pericolo di disorientamento identitario nei giovani, che si trovano a crescere in un ambiente sempre connesso, ma spesso privo di senso critico.
Figure retoriche
- Personificazione: Internet viene trattato come un’entità viva (“Hey signor Internet”), responsabile e interrogabile.
- Allitterazioni: l’uso di suoni ripetuti (es. “foto immorali”, “fatti reali”) rende il messaggio più incisivo.
- Enjambement: come nei versi “nei vuoti della coscienza di sé / ci si domanda esitando di noi”, per sottolineare il flusso del pensiero interiore.
- Antitesi: sogni vs. delitti, amore vs. immoralità, silenzio vs. rumore digitale: contrapposizioni che rafforzano il messaggio.
Conclusione
La poesia “Sig. Internet” offre una riflessione attuale e delicata sull’educazione digitale, ponendo l'accento sulla necessità di guidare le giovani generazioni all’uso consapevole delle tecnologie. Il web viene così descritto come uno strumento potente, ma ambiguo, capace tanto di arricchire quanto di smarrire. In un contesto scolastico, questa poesia potrebbe essere usata come spunto per discussioni interdisciplinari su tecnologia, etica e formazione.